Già in precedenza il consolato generale d’Italia a Lugano organizzava in città manifestazioni culturali a ricordo di fatti storici del Risorgimento che avevano interessato anche il Canton Ticino e di personaggi italiani che avevano operato di qua e di là del confine, a titolo di esempio:
- subito dopo, il 7 febbraio 1982, si teneva a Campione d’Italia la prima edizione del Premio «Nuova Antologia», con membri della giuria i professori Arturo Colombo, Giuseppe Martinola, Rosario Romeo e il dr. Leo Valiani;- dal 1986 non si riusciva a tenere il Premio «Nuova Antologia» e si cercava di alternarlo tra Campione e Lugano, sì da avere l’appoggio della città, il sindaco Giorgio Giudici, favorevole, istituiva una commissione curata dal segretario comunale Armando Zoppi, che condivideva l’idea, avviando perciò stretti contatti tanto con il sottoscritto, avvocato Franco Masoni, quanto con ilcitato Paolo Grandi, Sergio Grandini e altri promotori dell’iniziativa.
Dal 1990 al 1992 uscivano a cura del consolato generale d’Italia 10 quaderni con in intestazione e copertina la dicitura «Quaderni della sala Carlo Cattaneo», frutto di manifestazioni tutte organizzate per incarico del console generale anche su impulso dell’ormai ministro Giovanni Spadolini dal dr. Paolo Grandi, che curava anche l’allestimento dei quaderni; dal n. 11 il consolato modificava la copertina e in capo si indicava «Associazione sala Carlo Cattaneo», allora immaginaria, e al piede era mantenuta la dicitura «Consolato Generale d’Italia»;
L’idea di manifestazioni culturali nella sala, pure a sostegno del Premio «NuovaAntologia», da conferire, alternativamente, in una manifestazione a Lugano e la volta successiva a Campione d’Italia, era sostenuta dai consoli generali d’Italia, ministri Alessandro Zaccarini, Giovanni Andriani, Salvatore Zotta, quest’ultimo invitava anzi a tenere una conferenza l’autorevole Roberto Gaja.
A un certo punto, però, giungeva dal ministero, forse preoccupato dal pubblico apparire di un’«Associazione sala Cattaneo» presso il consolato, non validamente costituita né come società extraterritoriale presso di esso, né come associazione di diritto svizzero, l’ordine di chiudere le relative attività e l’inesistente società; ma qualcuno ne interessava il ministro Spadolini, egli a Lugano si faceva illustrare la situazione: con Roma nulla da fare, mentre il dr. Grandi pensava fosse un male scartare il materiale raccolto, i quaderni pubblicati e lasciar perdere le relazioni avviate; si rivolgeva allora all’amico Franco Masoni, con cui nella conferenza di Berna trai presidenti dei Parlamenti europei, aveva sostenuto la richiesta della Polonia ottenendo la prossima conferenza venisse tenuta a Varsavia, in occasione della costituzione del Parlamento polacco di nomina popolare, evento inusitato per stati d’oltre cortina; Masoni aveva l’anno dopo la seduta di Berna, tenuto la laudatio di Spadolini in occasione del conferimento del Premio della Fondazione del Centenario della Banca dellaSvizzera italiana (bsi); aveva poi con la moglie Valeria Fontana partecipato alla seduta costitutiva delParlamento polacco, cui su invito erano intervenuti entrambi; Spadolini spiegava a Masoni il rischio di dover annullare il lavoro per regolari contatti culturali tra personalità rappresentative del mondo scientifico, letterario, artistico e politico dei due stati, e gli chiedeva di esaminare ciò che si potesse fare degli interessanti materiali raccolti per e dalle conferenze, lieto se almeno i materiali raccolti presso il consolato sugli scambi culturali tra personaggi italiani e svizzeri, si potesse trasferire a un ente svizzero sì da evitare il perdersi e il venir meno dell’idea di collaborazione culturale tra personaggi dell’uno o dell’altro lato del confine; maturava così l’ipotesi eventuale di trasferirli a una società svizzera attiva nell’ambito culturale ticinese o elvetico, offrendo, se i materiali passassero a tale società, di poter far disporre di soggetti del consolato e a persone vicine per collaborare, come il brillante e impegnato console generale Salvatore Zotta stesso, l’intelligente e attenta segretaria Mariella Moscatelli e personalità della cultura, tra le quali un gruppo di milanesi ritiratisi qui in Ticino e altri ancora operanti attivamente in associazioni culturali milanesi disposti ad attivarsi in manifestazioni culturali transfrontaliere qui, nonché pure qualche personaggio residente a Campione d’Italia.
Dopo riflessione, sentiti vari nostri operatori e soggetti interessati ai problemi culturali, Masoni e la moglie Valeria Fontana, con amici altrettanto disponibili, subito accoglieva l’idea, una prima pagina dattiloscritta collazionava adesioni di uomini di cultura, politici, banchieri, cui presto seguivano altre liste e altri nomi: la nuova Associazione, sul nascere, riuniva folto gruppo di luganesi e ticinesi, ma anche d’amici d’oltre confine, in specie milanesi, disposti a entrare e operare in un circolo culturale a Lugano, intitolato a Carlo Cattaneo, che promuoveva ricerche, viaggi culturali inItalia e conferenze tra esponenti dei settori degli studi e della cultura ticinesi e svizzeri da un lato, italiani dall’altro.
Il nome del Cattaneo non era scelto per la sala, ma per l’importanza che l’esule ebbe nel Cantone Ticino: Stefano Franscini, amico, compagno di studi e collega d’insegnamento a Milano, allorché il Cattaneo giungeva dopo il fallimento delle Cinque giornate milanesi, stava per recarsi a Berna, eletto nel nuovo Consiglio federale della appena creata Confederazione; affidava all’amico esule, partendo, la funzione di «rappresentarlo», sorta di «consigliere segreto» del giovane Partito radicale, esercitata senza apparire ma devotamente, mentre avrà poi apertamente quella di seguire le scuole ticinesi e di costituire il Liceo cantonale, ove insegnerà filosofia, intesa quale preparazione allo studio delle scienze moderne. Il dr. Paolo Grandi e il console generale Salvatore Zotta si assumevano nella nuova società il compito di proporre al presidente, poi organizzare, gli incontri tra personalità di cultura italiane e svizzere e di seguire iQuaderni dell’Associazione, in cui gli esposti di personaggi di cultura in manifestazioni dell’Associazione venivano debitamente pubblicati a cura di Grandi. Ai simpatizzanti ticinesi sostenitori si aggiungevano rilevanti personaggi quali il consigliere federale Flavio Cotti – con Spadolini proclamato subito socio onorario – e milanesi, alcuni dei quali qui residenti. L’ottima segretariaMariella Moscatelli, prestata dal consolato all’Associazione, opererà sino a che anni dopo si trovava, nella dottoressa Manuela Rossi-Kahn, già prima direttrice del nuovo Museo cantonale d’arte, una valida segretaria generale.
L’Associazione, con le sue manifestazioni, cerca di far conoscere la nostra cultura e pratica politica, molto basata sulla formazione e partecipazione dei cittadini; l’attività è così ripartita: il dr. Grandi organizza d’accordo con il presidente e con il console dr. Zotta le manifestazioni decise dal Comitato e la partecipazione, se possibile, di personaggi di cultura, ma pure dell’economia e della tecnica, italiani e svizzeri, se possibile a confronto; ne raccoglie e fa pubblicare i testi; il console generale Zotta mette a disposizione le sue relazioni per trovare, nei vari settori, oratori disponibili specie dal lato italiano; Grandi organizza date, manifestazioni, soggiorni a Lugano degli oratori con Zotta e col presidente, registrazione, invii e correzioni dei testi, pubblicazione; il presidente, con Grandi, coopera alla scelta degli oratori dal lato svizzero, esamina e discute con lui, talora anche con Zotta, i programmi delle manifestazioni e gite, presenta in occasione delle manifestazioni pubbliche oratorie temi; soprattutto si occupa, negli anni favorevoli all’economia e all’andamento delle banche, di ottenere contributi – dati preferibilmente per la tenuta di manifestazioni connesse a temi culturali che danno luogo o preparano i temi –per un buon funzionamento, ma pure per il futuro dell’Associazione e dei premi; conta perciò sulla collaborazione completa di Grandi, e insieme devono contenere in proposito le idee di maggiori grandezze del console Zotta, ispirate a un costume italiano più generoso, e ciò consente di costituire importanti riserve per le attività e i premi futuri; caratteri elvetici che, insieme con Grandi, qualche volta deve difendere con fermezza contro chi, in buona fede, e inavvertitamente magari, tende a scostarsi dalle nostre regole, ciò che mai avviene con Grandi, a noi vicino per l’origine di Trento e soggiorni qui anche di avi insegnanti, e per le convinzioni che lo indirizzano all’idea di acquisire, come merita, la nazionalità nostra; sicché, dopo dodici anni di presidenza, Masoni, a fine mandato, propone sia attribuito a Grandi, avendo egli ben organizzato viaggi e contatti e assecondato la politica di contenimento spese e risparmi a futuro.
In quella seduta, il presidente Masoni ricordava in breve i 12 anni di attività nel periodo di presidenza; il testo di quel riassunto appariva nel verbale della seduta, e a stampa nel tomo di «Nuova Antologia» lxv/2, ed è riprodotto qui di seguito, a ricordo degli anni d’attività; analogo esposto faceva il nuovo presidente Paolo Grandi, a verbale dell’assemblea in cui era eletto presidente Giancarlo Dillena – per anni direttore del «Corriere del Ticino», dopo essere stato pure a lungo, come il direttore Fabio Pontiggia, che lo seguiva nell’incarico, attivo collaborare della antica e cessata «Gazzetta Ticinese» –, ora in carica, che introduceva l’idea di ripubblicare la serie dei nostri quaderni; il periodo della presidenzaGrandi è da lui stato riassunto benissimo nella seduta in cui lasciava la presidenza e, su proposta Masoni, era nominato copresidente onorario.
“La libertà svizzera è un’istituzione che può proteggere le nazioni confinanti dagli effetti dei loro propri errori e dai momentanei loro furori. Il santuario della libertà dev’essere il santuario dell’umanità”
“Nessun altro mai ha saputo impersonare il legame storico e culturale fra Svizzera e Italia al pari del pensatore e politico lombardo Carlo Cattaneo.”